Il 2 ottobre scorso a Gricignano il gruppo di giovani dell’associazione CamUrrà ha manifestato in piazza Municipio per dire No alla violenza, in special modo quella barbara e spietata che devasta le nostre terre e per commemorare la nascita di Gandhi. Una giornata di riflessione sui valori della pace e della libertà, così l’hanno definita i giovani del sodalizio. Tra i vari interventi quello di Pino Tartaglia, noto psicologo-psicoterapeuta che opera nel nostro territorio, il quale si è soffermato sugli aspetti psicologici della violenza e quello di Stefano Manfredo, rappresentante del Movimento Umanista Campano, che ha tenuto a ribadire l’importanza della storia come maestra di vita, in particolare di tutte “le storie” che non ci sono state e non ci verranno mai raccontate, come quelle delle “guerre evitate”, non fatte. Molto sentita e partecipata è stata la riflessione su una citazione che Tartaglia ha fatto di Freud, che agli inizi della seconda guerra mondiale ebbe a dire: “In Europa c’è qualcuno che confonde il potere con la potenza” (il riferimento al nazionalsocialismo tedesco è chiaro). “Il potere - ha ribadito Tartaglia nel suo intervento - ha a che vedere con l’autoritarismo, la potenza con l’autorevolezza”. Ancora: “il potere ha a che vedere con l’Avere, la potenza con l’essere”. Particolare risalto è stato dato da Tartaglia nel suo intervento ad alcuni aspetti dell’essere e dell’avere che E. Fromm affronta nella sua pubblicazione più famosa, “Avere o essere?” appunto. "E. Fromm ci suggerisce una immagine – ha tenuto a ribadire Tartaglia - che chiarisce questo concetto: ammirare la bellezza di un fiore e annusarne il profumo ci da una emozione che ci resta dentro, fa parte dell’essere. Strappare quel fiore per portarlo con sé è “avere”, è impossessamento, è intolleranza alla vita e, avere non è mai abbastanza perché tende a coprire un vuoto interiore incolmabile. Chi vive per l’avere cerca il potere ma non sarà mai potente. La potenza , l’essere, la troviamo nell’insegnamento e nella storia di Gandhi". Il messaggio che Pino Tartaglia dà nella conclusione è inequivocabile: “Dobbiamo imparare a riconoscere la violenza che è dentro di noi, nel quotidiano, nelle nostre relazioni e nel potere che in esse tendiamo ad esercitare. Occorre rispettarsi e rispettare profondamente l’altro da sé, rispettare la natura, rispettare i bambini, rispettare gli anziani, rispettare l’avversario, significa amore per la vita.”
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