Ai luoghi del cuore, dell'anima e della mente, si aggiunge il grazioso paesino montano di Conca della Campania, adagiato in una insenatura del versante nord dell'antico vulcano spento di Roccamonfina. Una perla incastonata nel verde. La bellezza di questo posto ci ha catturato, anche se non mancano i danni provocati dalla modernità incivile (uno per tutti, un terrazzamento sostenuto da una struttura di cemento ornata in uno stile completamente stonato con l'ambiente circostante, oltre che oggettivamente brutto), ma che restano tuttavia una minoranza che sovrastata dalle bellezze e paesaggistiche e architettoniche, a partire dalla bella chiesa dedicata a San Pietro Apostolo, opera medioevale (alterata completamente da continui rifacimenti) al cui interno si possono ammirare interessanti opere pittoriche (tra le quali il trittico commissionato nel XVII sec. dal principe Matteo De Capua ad un pittore della vicina e Pietravairano), il castello medioevale quasi completamente abbandonato, ma ancora conservato bene per meritare un'adeguata e degna opera di restauro, infine le cascate naturali generate dal Rivo di Conca, che da sole meritano una visita a questo posto (in estate non sempre visibili a causa della scarsità di acqua). Non abbiamo intravisto sul posto attività ristorative, solo un bar il cui design abbiamo trovato di cattivo gusto in quanto per niente in sintonia con il "Genius loci", come avrebbe detto un antico romano.
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