“Bellezza è verità, verità è bellezza.
Questo è tutto ciò che al mondo sapete,
e tutto ciò che occorre che sappiate.”
versi tratti dalla poesia "Ode su un'urna greca"
di John Keats
Questa ed altre abitazioni bellissime degne di ammirazione si trovano nella piccola città di Casaluce, in Terra di Lavoro, la cui vita è ruotata per secoli attorno alla vita del monastero dei Celestini. E i segni di questa influenza si vedono tutti. Situato nell'antico castello normanno posseduto da Raimondo del Balzo a partire dal 1359 (ma taluni dubitano sia stato costruito in epoca normanna) e da lui donato alla comunità monastica, la vita e l'opera dei seguaci di Pietro da Morrone, il santo eremita poi divenuto Celestino V, hanno plasmato la fisionomia di questa città e delle campagne circostanti, accrescendo la ricchezza sia materiale che spirituale delle anime che vi abitavano. Ora tutto sembra avvolta da una alone di triste abbandono e decadenza, con le periferie abbruttite da edifici di cemento informe, strade brulicanti di gente intenta a correre, senza una meta, senza un fine, così come accade ovunque in tutte le nostre città piccole e medio-grandi. Il senso di pace e di infinito lo si ritrova solo in posti lontani. Eppure non è il rumore e la sua intensità che restituiscono la cifra della pace, bensì un'esistenza carica di senso, una vita i vissuta veramente da esseri umani. Non da animali. Non da macchine. Non da automi che obbediscono ciecamente ad una moda, al luccichio delle vetrine. La nostra epoca privilegia la forma al contenuto, questo è quanto di più dannoso per l'individuo che anela al discernimento. Ci si è avvicinato molto alla bellezza, quindi alla Verità, nel passato. Quanto, quanto sarebbero belle le nostre città, se ritornassero gli esseri umani!
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