mercoledì 13 ottobre 2010

Verso la fine


Tra un pò verrà distrutto uno degli ultimi lembi di terra che rimane al nostro paese, quello attraversato dall'arteria che congiunge Gricignano alla vicina Succivo.
Una strada, quella che da via Casolla si immette nelle campagne per diventare "provinciale Gricignano-Succivo", che ho sempre percorso volentieri, perchè era bella, perchè aveva conservato un fascino tutto particolare, un sapore di antico. Per più di un decennio l'ho percorsa per raggiungere i vari amici che avevo nell'atellano (Orta e succivo principalmente) e sempre avevo quella sensazione quasi liberatoria di lasciarmi alle spalle qualche cosa di tragico, di ostico. Era l'idea di un ponte sospeso tra due dimensioni diverse. I colori poi, specie nel tratto successivo al cimitero di Gricignano, sono di un particolare che difficilmente si potrebbe rendere con le parole, specie nei tramonti di Settembre/Ottobre. La zona infatti è situata su una piccola altura, la stessa che fu scelta dalle popolazioni che fondarono l'antico borgo di Casolla Sancte Audiutorii, a testimonianza del quale è rimasta solo l'antica Chiesa oggi inglobata nel cimitero di Gricignano. Gricignano, come Aversa, si trova in una zona leggermente depressa e la scelta del perchè non si sia sviluppato in direzione della piccola altura di Casolla è chiara: progettare il cimitero in questa località è stata un'idea folle ed infatti ha scoraggiato le popolazioni a impiantarvi abitazioni.

Un pò di tempo fa presentai un esposto al comune di Gricignano per segnalare la grave situazione relativa ai rifiuti di ogni genere abbandonati e bruciati ai bordi della strada in questione. Col passare degli anni ho visto crescere cumuli di rifiuti ingombranti e pericolosi (catrame, fusti di vernici di olio ecc.) e diminuire a seguito di incendi appiccati probabilmente dai contadini proprietari dei fondi insistenti sulla strada. Non si è mosso un dito per ripulire la strada. Ora che nell'aria si sente odore di cemento invece la strada è stata ripulita, soprattutto per far spazio agli automezzi che stanno costruendo un impianto fognario e (forse) dei marciapiedi. I proprietari terrieri fremono d'impazienza, si sono anticipati ad abbattere quel poco di vegetazione rimasta ai bordi della strada. Da queste parti l'idea del "bello" continua ad essere un'idea di pochi.

Cerca il cielo, lo troverai


A tutti i miei amici

giovedì 7 ottobre 2010

Nel segno della Pace


Il 2 ottobre scorso a Gricignano il gruppo di giovani dell’associazione CamUrrà ha manifestato in piazza Municipio per dire No alla violenza, in special modo quella barbara e spietata che devasta le nostre terre e per commemorare la nascita di Gandhi. Una giornata di riflessione sui valori della pace e della libertà, così l’hanno definita i giovani del sodalizio. Tra i vari interventi quello di Pino Tartaglia, noto psicologo-psicoterapeuta che opera nel nostro territorio, il quale si è soffermato sugli aspetti psicologici della violenza e quello di Stefano Manfredo, rappresentante del Movimento Umanista Campano, che ha tenuto a ribadire l’importanza della storia come maestra di vita, in particolare di tutte “le storie” che non ci sono state e non ci verranno mai raccontate, come quelle delle “guerre evitate”, non fatte. Molto sentita e partecipata è stata la riflessione su una citazione che Tartaglia ha fatto di Freud, che agli inizi della seconda guerra mondiale ebbe a dire: “In Europa c’è qualcuno che confonde il potere con la potenza” (il riferimento al nazionalsocialismo tedesco è chiaro). “Il potere - ha ribadito Tartaglia nel suo intervento - ha a che vedere con l’autoritarismo, la potenza con l’autorevolezza”. Ancora: “il potere ha a che vedere con l’Avere, la potenza con l’essere”. Particolare risalto è stato dato da Tartaglia nel suo intervento ad alcuni aspetti dell’essere e dell’avere che E. Fromm affronta nella sua pubblicazione più famosa, “Avere o essere?” appunto. "E. Fromm ci suggerisce una immagine – ha tenuto a ribadire Tartaglia - che chiarisce questo concetto: ammirare la bellezza di un fiore e annusarne il profumo ci da una emozione che ci resta dentro, fa parte dell’essere. Strappare quel fiore per portarlo con sé è “avere”, è impossessamento, è intolleranza alla vita e, avere non è mai abbastanza perché tende a coprire un vuoto interiore incolmabile. Chi vive per l’avere cerca il potere ma non sarà mai potente. La potenza , l’essere, la troviamo nell’insegnamento e nella storia di Gandhi". Il messaggio che Pino Tartaglia dà nella conclusione è inequivocabile: “Dobbiamo imparare a riconoscere la violenza che è dentro di noi, nel quotidiano, nelle nostre relazioni e nel potere che in esse tendiamo ad esercitare. Occorre rispettarsi e rispettare profondamente l’altro da sé, rispettare la natura, rispettare i bambini, rispettare gli anziani, rispettare l’avversario, significa amore per la vita.”