lunedì 26 marzo 2007

Il mistero di Fama




Questa è una rappresentazione scultorea della Fama ed è parte del monumento funerario al Cardinale Innico Caracciolo sito nella Cattedrale di Aversa (ultima cappella della navata sinistra). La statua sta a ricordare l'importanza della vita terrena del defunto. A Innico Carracciolo si deve, tra le opere più importanti, la nascita del Seminario Vescovile e gran parte dei rifacimenti strutturali della Cattedrale. Quando ero ragazzino mi soffermavo spesso su quest'opera perennemente avvolta dal buio quasi terso della piccola cappellina tutta ornata in stile barrocco e mi chiedevo sempre: "ma come fa quella li a mantenersi in equilibrio su quella tomba, che sta tutta sporta fuori?.."

venerdì 23 marzo 2007

lunedì 19 marzo 2007

Ducembre 04

Ti ho sognata una notte
Che era inverno, credo,
brandivo l’idea meravigliosa che avevo di te
e la mostravo orgoglioso
agli amici ed ai passanti ignari

eri buona e preziosa come
come una bevanda nell’arsura estiva.

Non c’era la misera decadenza della nostra epoca
No, non era…
Ma solo udivo io la certezza del tuo volto amico
E la tua musica voce consolatrice

Forse non ero
io, la mia scaltra esistenza…
Ma era la luce, ed era vera!

Maria Blondeau

La ragazza sorride ancora
Attraverso i vetri opachi della sua anima
Ed il suo biancospino
Splende raggiante le sue foglie…

Che fine ha fatto Maria Blondeau?
Dove li hanno messi i suoi occhi?
In quale direzione punteranno
Questa volta i gendarmi?

Che fine hanno fatto
L’orgoglio ed i suoi vent’anni?

Per quanto tempo,
quanto tempo ancora
mi sussurreranno di sparare
su quei fantocci di carta?

Che fine ha fatto Maria Blondeau?

Novembre 2002

Marzo 02

Invano giravo su e giù
Per quel labirinto di cemento
Cercando pietà negli sguardi…

A passo costante
Incrociai i suoi pregiudizi
Capitali

Guardavo dal basso
Mentre chiedevo:
Puoi salvarmi?

Dall’alto della sua natura
Evidenziò fiera il mio non - essere
E compiaciuta
Elargì l’equa sentenza:

“Muori, sporco proletario!”

Giugno 02

Ogni poeta è un uomo
Che canta se stesso
Visto da varie angolazioni

Ogni buon poeta è un uomo
Che descrive il proprio io
Cullato su remote illusioni

Io sono un uomo drogato d’irrealtà
Che si crede poeta
E vive di allucinazioni

Lupo della steppa - Settembre 2000

Lupo della steppa

Che ci fai, o discepolo di Bacco, all’ombra di queste madonne?
Perché trastulli come un affamato tra queste colonne?
Hai fame e sete e cerchi tra queste mura la tua preda
Perché guardi con bramosia la vergine che prega?

Un viso candido e uno sguardo di cristallo
Orgogliosamente poggiato su un fiero collo
Non son roba da te, lupo di steppa che vacilla,
Per te che la tua stella più non brilla

Ciò che appartiene a borghesi sedentari tu brami
Ma selva è la tua dimora, la steppa la patria che ami
Va, corri nei boschi e li troverai la tua completezza
Non è per te quest’assuefazione, questa certezza

Va tra i tuoi simili, affonda le zanne nel collo degl’agnellini
Fai scempio d’ogni orto, aggirati furtivo in fattorie di contadini
È questa la tua nobile causa, questo il senso della tua esistenza
Non indugiare dunque un attimo, non farti resistenza

È diversa la natura che ti è congeniale
Tu sei superiore, tu sei animale!
Guardati da questo tempo e da questa pazzia
Ritorna alla tua madre, ritorna alla natura, e così sia!

Ottobre 02

Mi han chiamato poeta
Mentre cercavo solo di descrivere te

Hanno dato del genio
All’uomo dalla barba d’amianto
Solo per aver descritto la sua follia

Cosa accadrebbe se questa carta
Attraversasse l’oceano, passando di città in città
E arrivasse fino a te?

Basta un po’ di fantasia per avere sedici anni
Basta solo un po’ di fantasia per essere innamorati…

Novembre 01 (stev for!..)

Nelle delicate mani l’irrigidita salma di un neonato
Sulla tenue fronte l’alterigia della vita…
Cosa ciò che ha nome fine
Altro non è che nascita?

Amore mio, abbracciami e dammi mille carezze
In questa risolutiva notte, dipartita finale
Nell’ora delle intuizioni profonde, amore, non mancare
Abbracciami e dammi mille carezze

Perché altro non è la morte che menzogna, amore
Abbracciami, quindi, perché insieme vivremo e moriremo
Dammi mille baci e mille carezze, per chi non li avrà
E ancora, amami, perché i bambini in Afghanistan piangono

Fammi sentire il calore del tuo cuore,
Assopisci la mia anima e poi ridestala
Sussurrami che veglierai ancora su di me, amore
Dimmelo adesso e per i prossimi cento anni

Perché la vita mi è avversa,
Perché ho freddo, ho paura, ho fame,
Perché sono piccolo e indifeso,
Perché soffro tutte le ingiustizie del mondo,

Perché sono un essere delicato e fragile
Perché sono quello che sono: un essere speciale
Per questo, amore,
Abbracciami e dammi mille carezze!

Agosto 02

Al di qua della ringhiera
Che divide corpo ed anima
C’è un fritto misto di sensualità spicciola
E di filosofia mondana

Al di là della ringhiera,
E più in là,
Il tetto di una casupola
Con camino
Che sorride benevolo al cielo,
Incurante della caducità della vita.

E ancora oltre alberi,
Abeti che celano un antico segreto
Negando ai miei occhi l’adolescenza dell’eternità

Avvolto da una brezza invitante
Mi levo in volo
Con un balzo nel vuoto.

E poi subito giù, per il monte scosceso
Fino al centro della terra,
Fino al centro propulsore dell’amore vero.

…Sono un’ aquila reale
Che si libra dolcemente
Nell’immortalità.


(Assisi)

Luglio 01

Gerusalemme piange
E nessuno tende l’orecchio al suo lamento
Piange, ed è un pianto amaro e triste
Ribelle e soffocato

Chi mai, se non un pazzo come me
Avrà il coraggio di gridare
Fino alla disperazione il tuo dolore,
La tua verginità infranta?

Odi et amo, piccola figlia d’Israele,
Che in seno tuo dividesti folli e saggi,
Poeti e buffoni, pazzi e ciarlatani

Ma per loro elargisti
Non cento, non mille baci,
Solo il più amaro e atroce dei calici

Ballata delle Madri

Mi domando che madri avete avuto.
Se ora vi vedessero al lavoro
in un mondo a loro sconosciuto,
presi in un giro mai compiuto
d’esperienze così diverse dalle loro,
che sguardo avrebbero negli occhi?
Se fossero lì, mentre voi scrivete
il vostro pezzo, conformisti e barocchi,
o lo passate a redattori rotti
a ogni compromesso, capirebbero chi siete?

Madri vili, con nel viso il timore
antico, quello che come un male
deforma i lineamenti in un biancore
che li annebbia, li allontana dal cuore,
li chiude nel vecchio rifiuto morale.
Madri vili, poverine, preoccupate
che i figli conoscano la viltà
per chiedere un posto, per essere pratici,
per non offendere anime privilegiate,
per difendersi da ogni pietà.

Madri mediocri, che hanno imparato
con umiltà di bambine, di noi,
un unico, nudo significato,
con anime in cui il mondo è dannato
a non dare né dolore né gioia.
Madri mediocri, che non hanno avuto
per voi mai una parola d’amore,
se non d’un amore sordidamente muto
di bestia, e in esso v’hanno cresciuto,
impotenti ai reali richiami del cuore.

Madri servili, abituate da secoli
a chinare senza amore la testa,
a trasmettere al loro feto
l’antico, vergognoso segreto
d’accontentarsi dei resti della festa.
Madri servili, che vi hanno insegnato
come il servo può essere felice
odiando chi è, come lui, legato,
come può essere, tradendo, beato,
e sicuro, facendo ciò che non dice.

Madri feroci, intente a difendere
quel poco che, borghesi, possiedono,
la normalità e lo stipendio,
quasi con rabbia di chi si vendichi
o sia stretto da un assurdo assedio.
Madri feroci, che vi hanno detto:
Sopravvivete! Pensate a voi!
Non provate mai pietà o rispetto
per nessuno, covate nel petto
la vostra integrità di avvoltoi!

Ecco, vili, mediocri, servi,
feroci, le vostre povere madri!
Che non hanno vergogna a sapervi
– nel vostro odio – addirittura superbi,
se non è questa che una valle di lacrime.
È così che vi appartiene questo mondo:
fatti fratelli nelle opposte passioni,
o le patrie nemiche, dal rifiuto profondo
a essere diversi: a rispondere
del selvaggio dolore di esser uomini.


Pier Paolo Pasolini

venerdì 16 marzo 2007

Ranibow Superstars


Manca qualcuno, ma le teste in sovrainpressione bastano per tracciare una sintesi della malsanità del bar più frequentato dai peggiori alcolizzati di tutto l'agro aversano.

lunedì 12 marzo 2007

Franc' o' Nero, parabola del beato disimpegno


L'esistenza di questo essere vivente di origine antropomorfa rappresenta quella che gli antropologi non esiterebbero a definire come "la sintesi perfetta dei disvalori e della sottocultura suburbana dei sobborghi delle periferie delle grandi megalopoli occidentali della modernità". Per noi è semplicemente franc' o' nero, spassoso e giocherelloso ragazzo alle prese con il suo onnipresente ed inseparabile spinteroggeno.

venerdì 9 marzo 2007

Arrollati anche tu nell'armata di SPINELLIPERTUTTI


Hai qualcosa da dire di veramente interessante? Vorresti pubblicare dei versi che tieni nel cassetto e non sai proprio a chi farli leggere? Allora cerco proprio te! Mandami le cose che vorresti pubblicare a spinellipertutti@alice.it

giovedì 8 marzo 2007

Maggio 03

Eviterò finanche di salire in corriera
O nei treni,
Perché i tuoi occhi mi fanno ancora male
Ed in giro c’è troppa poesia.

Eviterò di mangiare fette di cielo
Perché il mio cuore
È ancora ostaggio delle tue mani

Marzo 03

Mi piace stare accanto a te
Sdraiato sul ciglio della fanciullezza,
Anche se non conosci
I mille lati oscuri della mia esistenza,
Dolce veleno.

Mi piace sentirti vicina
E vederti accarezzare i miei peccati.

Mi piace il tuo corpo e la tua testa.

Mi piace pensare che un tempo
Fosti innamorata di me,
E mi piace pensare che quando lo vorrò
Potrò sciogliere i lacci della schizofrenia
Così da poter abbaiare il tuo nome
In mezzo alla gente distratta.

Mi piace la tua bocca ed il tuo naso.
Mi piace la tua bocca ed il tuo naso.

Aprile 03

La gente si stanca
E la televisione continua a parlare.

Oltre i tuoi occhi non c’era il cielo,
Non c’era la bugia perfetta!..

Gennaio 01

Questo è il tempo in cui fa freddo,
In cui soffiano venti autunnali…
Venite, amici,
Stringiamoci più forte attorno al fuoco dell’irreale!

Questo è il tempo delle tempeste
Non abbiate timore,
Ardenti e scoppiettanti, i camini, ci attendono

Questo è il tempo in cui cade la tenebra
E la luce resta solo un ricordo lontano,
Da rimpiangere per tutta la vita…

Questo è il giorno dopo la crocifissione,
Il giorno del coraggio, l’ora della fiducia,
Della libertà, delle intuizioni profonde…

Questo è il tempo in cui il cuore dei poeti dolora
All’udire, degli uccelli, lo stormire,
Dei bambini in festa il tumultuoso vociare,
Delle campane il rumore sonnolento
Che la campagna avvolge.

Questo è il tempo che la morte sceglie
Per vestirsi di più nuovi e lucidi significati

Nell’ora della trepidazione, amici, non esitate
Stringiamoci attorno al fuoco dell’irreale!

Gennaio 03

Cane randagio
Che ti servi di questo avello come orinatoio,
Ignaro dell’amore e del dolore
Che in essi furono sepolti un giorno,

Ignori persino
Ciò che un tempo fu vita
Passione e superficialità.

Non toccano il tuo cuore,
Che pure è più pietoso dell’umano cuore,
neppure le povere membra marce e putrefatte
di ciò che fu amore, alito, soffio di vento e follia.

Anche tu, bastardo, che te ne vai girando
Per queste macerie di sudori estinti,
Non hai per me che una ricompensa
Più che equa e meritata.

…Anche tu!..

Novembre 02

Da qualche parte nel mondo
C’è un ragazzo che
Ha molti spazi vuoti nel cuore
Che riempie con stracci di stoffa
Chiamata speranza

Dall’altra parte del punto di confine
C’è un ragazzo con un cuore vuoto,
E che riempie con alcool
E disperazione.

Marzo 03

Ho 22 anni
E ancora per un po’
Mi tocca di andare avanti…
Misero malinconico filisteo,
Poeta salariato al soldo
Dei porci adoratori del bello
E delle creditrici part – time.

Di giorno lucido ubriacone,
Di notte con la mente offuscata da lugubri rituali,
Sprezzante della sovranità istituzionalizzata del sorridere

Luglio 03

Ho cercato nei miei sogni
Il cuore di una ragazza i cui occhi ricordano
Certe sere d’estate trascorse a guardare negl’occhi le stelle

Ho cercato in ogni angolo del mio cuore
E nel fondo di mille bottiglie
Il volto di una fanciulla i cui occhi ricordano
Certi tramonti vissuti in certe terre lontane
A cui mi spinsero l’odore della libertà e dell’insoddisfazione…

Ho cercato il suo nome dentro la pancia del mondo
L’odore dei suoi capelli ho cercato per altre donne e per altre vie…

Ipotetico amore passato

Fisso le tue grazie all’ombra di un pino,
Probabile semidea
Concepita nell’orda di un matrimonio

Tu non parli, sussurri solamente!..
…sussurri sinfonie divine
E i fanciulli assecondano lietamente il tuo canto

I tuoi occhi celeri ora sono ambasciatori
Di qualcosa di buono e di genuinamente folle
E i tuoi pensieri, di amore fertili, corrono a me.

Io e te sulla scena del mondo
Mentre fuori tutto è in fiamme, tutto è guerra…

Tu, probabile abisso, te ne vai
Non mi dici una parola
Però m’hai offerto la vita

Te ne vai e lasci sola la mia anima,
Te ne vai…
Ciò che resta di noi è un ipotetico amore passato

Giugno 2003

Settembre 03

Non abbiamo altra libertà
Se non quella di fuggire…
Di fuggire via da questo mostro
Che concepimmo su sinistri sentieri

Loro ci scherniscono
E lo chiamano amore
Mentre, scimmie tra le scimmie,
Ci indicano a dito ed invocano punizioni divine

Riducono tutto ai minimi termini
E dogmatizzano,
Offrendoti la retta e la smarrita via

…solo perché venisti a cercare tra i miei capelli
L’alibi della tua esistenza,
Solo per questo e per nient’altro…

Marzo 02

“Orgasmo socialista”


Nonostante
La pseudo-coscienza
Di ragazzina viziata,
Stupida ed ingenua
Di epoca decadente,
Si denotò nella sua sentenza ormonale
Qualcosa di affine alla verità.

Nonostante tutto!

Agosto 05

Cerco e trovo ancora
Una disperazione più disperata…
Sempre col cuore aperto
A bagnarmi del vino dell'ennesima Veronica

Ulisse sconfitto,
Senza più speranza di vedere o toccare terraferma
O qualsiasi patria amica

Agosto 05

L’amore,
eccolo che ritorna
svogliato e stanco,
inzuppato di acque straniere,
con le ossa rotte ed un alibi di ferro

eccolo che ritorna di malavoglia,
senza genio, certo,
pigro come un camion della nettezza urbana

…riuscirò stavolta a capire tutto ciò?

Agosto 05

Sciagurato sono
E senza soluzione,
Fiamma contro vento,
Luce interrotta nella tenebra
Profonda dell’umanità
E a tutti vado dicendo questo:
un solo rogo,
unica fiamma fate della vostra vita.

delle vostre necessità, dei sentimenti
una rivoluzione,
poema non ancora scritto o interpretato

Agosto 05

Vorrei incontrarti
ad un incrocio ambiguo, un giorno…

dentro uno di quei viaggi
dell’oblio che spesso mi siedo a fare…

vorrei dirti, una notte, della magia
dell’ intreccio fortuito di vite ai margini,
assetate di verità…

E’ l’ immanenza dell’idea del tempo,
è la carezza del vento concessa ai pioppi,
è questa mancanza di ribellione che mutila la potenza della volontà
generando la musa di tutti poeti
in forma di versi e carezze estinte
poco ortodosse…

Datazione incerta (forse 2002)

Un’altra sera all’aperto,
ancora in cerca di affetto…

un’altra notte a capo scoperto,
ancora solo e senza scorta…

sto ancora in piedi...
e i politici ancora intrepidi
si affannano a cercare soluzioni,
possibilmente fatte di coalizioni…

Agosto 04

Una cosa oggi
Posso dire di averla imparata:
l’estate stanca i sensi dei poeti
e scioglie i gelati più in fretta…

alla scuola dei tuoi occhi azzurri
oggi apprendo che le nuvole grigie
sono di un giorno passato nel ripostiglio della storia

ed intanto aspetto le ferie d’agosto!..


A Tina,che cercava l'amore e la libertà...

Sirene alcolizzate

Nei tuoi capelli
Tutti gli anni del mondo
E io li conto e li riconto…

Algebricamente inspiegabile
L’amore che vola via,
Per me che ti ho sentita mia…

Ah, se potessero le arcane forze
Che regolano il mondo
Disintegrarmi a questa nuova tappa obbligata!..

…lascerei tutto per la felicità d’un mediocre “signor si”…

Ingenuità e candore ammutinano
Nella nuova era
Al suono di sirene alcolizzate

Maggio 2006

Canto di Raffaella per il suo Amore

L immensità del mare
teme il confronto con il tuo sguardo
Perché traspare più luce dai tuoi occhi
che da un onda nella quale l anima della luna cerca riparo,
il vuoto che avvolge l anima in certi momenti
cede alla pienezza della tua presenza

starei ore ad osservarti

e la tua assenza si avverte
come se il sole all improvviso smettese di brillare
ti vedo e tutto si ricolora

Oh esotica visione di creatura celestiale
la mia anima trema ancora
e si compiace solo nel poterti ascoltare
danzando nei sogni la musica che avverto
quella che forse inconsapevolmente porti dentro e non sai di avere
quella di cui mi nutro
che ora mi appartiene e che riveli solo standomi accanto
e che per tanto tempo ancora danzerò

Agosto 02

Nessuna tregua
Lungo i nostri orizzonti,
Pane e discordia
Accompagnano i nostri passi,

Unica costante
Lo speranzoso affrancamento
Dalla schiavitù
Che regola questo mondo

Unico conforto
Una sibilante e colorata
Voce Umbra
Che scende ad allietare
Ogni cosa viva o inanimata