venerdì 29 novembre 2013

Gricignano, un paese da ricostruire.














Stasera ho fatto una passeggiata per le strade Gricignano, l'aria fredda e pungente mi è sembrata dapprima invitante, poi un tanfo di puzza l’ha invasa, ed era talmente forte che veniva voglia di vomitare. E’ così da alcuni anni a questa parte, da quando qualcuno ha deciso che l’unica vocazione di questo territorio è quella dello smaltimento dei rifiuti. Queste circostanze mi fanno pensare a quello che stiamo costruendo, o meglio, a quello che stiamo "demolendo" in questo luogo. E anche qui c'è da raddrizzare il tiro delle parole: meglio sarebbe dire "non-luogo". Perché Gricignano, purtroppo, è diventato un dormitorio, un posto in cui ci si viene solo per espletare le poche ma necessarie funzioni vitali, come quella di dormire, mangiare, lavarsi ecc. L'anima, il Genius Loci che i nostri antenati – ancora legati alla terra – percepivano e veneravano, non c’è più. O forse no. Forse sotto la crosta dell’immondizia materiale e spirituale che tutto comprime c’è ancora qualche spiraglio di speranza che aspetta di essere tirata fuori. Costruire, non demolire! Far risorgere l’anima, affidarsi alla sua straordinaria forza rigeneratrice. E’ un lavoro da fare dentro di noi più che altrove. Un paese ci vuole – scrivevaCesare Pavese - non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.
(lunedì 11 novembre 2013)