mercoledì 24 gennaio 2018

Sigmud Freud e Carl Gustav Jung


S. Freud (a sinistra) ed
il giovane allievo C. G. Jung
Una spinta notevole alla sessualizzazione della società venne dalla "psicologia del profondo”, considerata una delle più grandi scoperte del ventesimo secolo per ciò che riguarda la natura umana. Sigmud Freud sosteneva che la parte cosciente dell’uomo sarebbe solo la punta di un iceberg; la parte sommersa invece sarebbe l’inconscio, cioè la dimensione psichica che effettivamente guida l’uomo. L’inconscio ruoterebbe attorno ai desideri sessuali repressi, come il “complesso di Edipo”, “l’invidia del pene” e “l’angoscia di castrazione” che Freud sosteneva di aver scoperto nei suoi pazienti. I desideri sessuali del bambino sarebbero indirizzati verso il genitore di sesso opposto, mentre il genitore dello stesso sesso sarebbe considerato rivale e per questo destinatario di sentimenti di gelosia e odio.
La religione, la moralità dei genitori sarebbero ancorate nel “Super-Io” ed eserciterebbero un potere repressivo sull’uomo, in particolare sui suoi desideri sessuali. Freud riteneva che anni di psicoanalisi avrebbero esautorato il “Super-Io” e che le esigenze dell’”Es” sarebbero state liberate dai sensi di colpa con l’ìaiuto di un “Io” emancipato.
Estraniandosi dalla fede Ebraica, Freud sosteneva che la religione fosse un’illusione infantile e – seguendo rigorosamente il pensiero di Feuerbach – una posizione, che assolverebbe a importanti funzionamenti nell’ambito della psiche umana: l’illusione di sentirsi sicuro e protetto, una più alta ragione di vita e il controllo morale. Le pratiche religiose erano, secondo lui, compulsioni nevrotiche dell’uomo che si rifiuta di diventare adulto.
Freud falsificò le cartelle dei suoi pazienti, fu dipendente dalla cocaina, ebbe una relazione con la sorella di sua moglie, fumava venti sigari al giorno, contrasse il cancro al palato – per cui subì trenta interventi – e morì per una overdose di eroina, che si fece iniettare dal medico di famiglia, dal momento che la vita gli era divenuta insopportabile.
Freud nell'atto di posare per uno scultore.
La sua fu la vita di un grande intellettuale, che formulò con eloquenza le teorie psicologiche che avrebbero avuto un ruolo decisivo nello smantellamento dei valori cristiani fondamentali e nella sessualizzazione della cultura.
Il “principe ereditario” di Freud fu Carl Gustav Jung, di diciannove anni più giovane, che tuttavia ruppe con Freud e fondò la sua personale scuola psicanalitica; è considerato colui che ha unito la psicanalisi alla spiritualità ed è per questo che molti cristiani credono di aver individuato in lui un ponte tra fede e psicologia del profondo. Jung però, piuttosto che di Dio, preferiva parlare di “numinoso”, concetto che aveva ripreso dai culti pagani dell’antica Roma e che indicava l’azione di divinità non meglio specificate negli alberi, nelle pietre, nell’imperatore, p l’”archetipo” junghiano appunto.
Insita nella sua teoria che le “ombre” rimosse della personalità dovessero essere “integrate” nella “persona” vi è l’idea che Dio sia buono e cattivo allo stesso tempo e che l’uomo unisca in se il bene e il male, come in una “unione nuziale di metà opposte”.
In tal modo egli smonta l’essenza stessa dell’immagine cristiana di Dio, che si fonda sulla fede di un Dio che è l’Amore, che è assolutamente buono e che infonde negli uomini la Grazia per poter combattere il Male in, con e per Gesù Cristo. Martin Buber definì la psicologia di Jung come un nuovo “gnosticismo pseudoreligioso”.

C. G. Jung nel suo studio.
Leane Payne, una cristiana di confessione evangelica, descrive nel suo libro Heilende Gegenwart (Presenza Guaritrice) la precoce iniziazione di Jung al “regno delle tenebre”, di cui egli stesso parla nel suo libro autobiografico Ricordi, Sogni e Riflessioni: tra i tre e i quattro anni egli fece un sogno spaventoso, che lo perseguitò per il resto della sua vita. Egli vide un enorme dio-fallo alto tre o quattro metri seduto sul trono, alla cui vista udì la voce della madre che gridava: “Guarda, quello è il divoratore di uomini!”
Questo sogno conferma l’atteggiamento di Jung verso Gesù: <<Il Signore Gesù non era reale, né accettabile, né amabile, perché ripetutamente dovevo pensare alla sua controparte sotterranea (il dio-fallo), una terribile rivelazione, che mi era stata data senza che io l’avessi cercata>>

L’”iniziazione alle tenebre” negli anni giovanili è la chiave per l’”integrazione” del male nel bene operata da Jung e la sua apertura verso l’occulto. L’edificio concettuale di C. G. Jung, così bello e profondo, è la via elitaria per la penetrazione dell’esoterismo nella spiritualità cattolica.

Tratto da "La Rivoluzione Sessuale Globale - Distruzione della libertà in nome della libertà" di Gabriele Huby (Sociologa e giornalista tedesca)