venerdì 10 luglio 2020

Marcianise, la casa natale di Padre Salvatore Lener

Dal sito www.treccani.it 

Giurista e gesuita, nato a Marcianise (Caserta) l'8 agosto 1907, morto a Roma il 9 marzo 1983. Laureato in giurisprudenza a Roma, fu per qualche tempo assistente di G. Chiovenda esercitando contemporaneamente la professione forense. Nel 1938 entrò nella Compagnia di Gesù. Terminata nel 1945 la formazione religiosa, fu incaricato di occuparsi dei problemi di diritto per La Civiltà Cattolica svolgendo un'attività pubblicistica che continuò per tutta la vita. Fu professore di Diritto internazionale a Roma, nel Pontificio ateneo lateranense.

Dalle pagine de La Civiltà Cattolica prese parte ai maggiori dibattiti dell'epoca. Negli anni Cinquanta concentrò la sua attenzione sulle relazioni tra Stato e Chiesa, criticando il regime di piena separazione, di tradizione liberale. I rapporti tra i due ordinamenti, secondo L., non si dovevano eliminare bensì disciplinare giuridicamente, ritenendo sia la Chiesa che lo Stato dotati di una propria sfera di ''sovranità''. Tuttavia, L. difese la confessionalità dello Stato italiano e il sistema dei Patti Lateranensi, a suo avviso, in armonia con i principi costituzionali; giustificò il diverso trattamento riservato dallo Stato italiano alle altre confessioni religiose ritenendolo riferito solo alla confessione come istituzione e non anche ai singoli appartenenti. Negli anni Sessanta-Settanta cominciò a occuparsi delle problematiche relative alla famiglia, analizzando la natura della società familiare e appuntando la sua attenzione in primo luogo sul matrimonio, considerato come insieme indissolubile di relazioni e di rapporti; criticò vivacemente l'introduzione del divorzio in Italia e controbilanciò questa avversione proponendo un allargamento del regime delle nullità matrimoniali. Trattò anche dei problemi dell'emancipazione femminile, sottolineando non solo la "uguaglianza di diritti" per l'uomo e la donna, ma la loro pari "dignità di persona" in quanto, "individui del genere umano complementari ma non uguali". Si occupò anche dell'aborto, combattendolo sul piano teorico, perché negazione della maternità come "specificità femminile", e sul piano giuridico, come incostituzionale.

Tra gli studi principali si ricordano: La religione dello Stato nella Costituzione repubblicana, in La Civiltà Cattolica (1951, 1, pp. 198-207; 418-29); La Corte Costituzionale e l'aborto (ibid., 1975, 1, pp. 549-56); Il concetto di diritto e il diritto naturale (ibid., 1980, 4, pp. 323-41).

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